Un’opera sontuosa. Mario Martone con “Qui rido io” porta lo spettatore in un viaggio nel tempo alla scoperta di Eduardo Scarpetta, la sua forza, le sue debolezze. Una rockstar dell’epoca, capace di riempire i teatri ad ogni replica, riconosciuto per strada. Capo sul palcoscenico e in casa dove la sua tribù è fatta di figli avuti da più donne, tra questi Eduardo, Peppino e Titina De Filippo. «Questi figli che non riconoscerà mai- ha aggiunto Martone – a cui lui trasmette misteriosamente il seme della creatività e del genio. Eduardo si accende sul tema della paternità, non ha mai voluto parlare del padre Scarpetta ma solo dell’artista».
«La scintilla di questo film – ha spiegato il regista – è scattata lavorando al “Sindaco del Rione Sanità”, mi sono accorto di quanto il tema della paternità negata fosse importante, come in “Filomena Marturano”. Ho pensato che c’era un mistero che si poteva affrontare di una famiglia tribù, con un genio del teatro come Scarpetta, un patriarca amorale, scrive “qui rido io” sulla villa che riesce ad acquistare col suo desiderio di riscatto. Con tutti questi figli attori che fa studiare, tutti maschi e femmine».
L’opera è strutturata come una commedia teatrale, ambientata quasi integralmente in interni, e trova il suo punto di svolta nel mito greco quando il protagonista pecca di hybris, di tracotanza. Dopo aver “sconfitto” la maschera di Pulcinella con il suo Felice Sciosciammocca, pensò di sfidare il miglior poeta italiano Gabriele D’Annunzio, mettendo in scena una parodia da “La figlia di Iorio”. Questo gli costò una denuncia per plagio da parte del poeta Vate fomentata dai poeti Bovio, Di Giacomo che lo porterà in tribunale ma che Scarpetta vincerà grazie ad una sua comica arringa e all’aiuto di Benedetto Croce.
Protagonista un potente Toni Servillo capace di restituire tutte le sfumature di Scarpetta. «Ho immaginato Scarpetta come un animale – ha sottolineato-che preda e traccia i confini di un limite dove fare la caccia. Le sue prede sono le donne, i testi, i teatri, le città. E nel suo mondo si mischiano le tende dei salotti e le quinte del palcoscenico. Un’occasione magnifica per un attore che fa l’attore celebrando la vita, coincidono le nascite e le morti, i successi e i fiaschi, un attore che rappresenta la vita attraverso il corpo. Racconta questo irresistibile vitalismo di Scarpetta che è un attore che celebra la vita».
Fa da sfondo una Napoli meravigliosa, florida, ricca di cultura, quella della Bella Epoque. «Il film vuole raccontare anche la forza creativa della Napoli di fine ‘800, una città dove ad esempio nacque il cinema. La prima scena del film è una inquadratura girata a Napoli nel 1985 dai fratelli Lumiere, qui vi lavorava Elvira Notari che è stata la prima regista in assoluto in Italia e una delle prime della storia del cinema mondiale. In questo ambiente si muove Scarpetta, che divora Pulcinella e il teatro San Carlino, per diventare attore e drammaturgo osannato della sua città. Un uomo che divora la vita come il teatro, con figli sparsi cui sembra dare un seme potentissimo di creatività se non di genio. Nella sua casa c’era anche il dolore, quasi rassegnato, delle donne e dei figli, come Peppino De Filippo che lo detestava ed Eduardo che non ne ha mai voluto parlare come padre ma solo come artista», ha spiegato Martone che ha curato la sceneggiatura come sempre con Ippolita Di Majo, documentandosi compulsivamente sul tantissimo materiale a disposizione.
Un film corale con un numerosissimo cast nel quale spiccano Cristiana Dall’Anna, una meravigliosa Luisa De Filippo, e Eduardo Scarpetta nei panni del bisonno Vincenzo Scarpetta. Bravi anche Lino Musella (Benedetto Croce), e Chiara Baffi (Anna De Filippo detta Nennella). Completano in cast Roberto Caccioppoli, Gianfelice Imparato, Iaia Forte, Gigio Morra, Paolo Pierobon e Giovanni Mauriello. A fare da scenografia del film ci sono le canzoni napoletane, alcune anche di epoca più attuale come “Indifferentemente” del 1963. Prodotto da Indigo Film e Rai Cinema con Tornasol sarà in sala da domani con 01 Distribution. Regista e cast saranno stasera al Modernissimo per salutare il pubblico durante l’anteprima nazionale.
(articolo pubblicato sul quotidiano Roma del 5 settembre 2021)