Emozionante, travolgente, proprio come le colonne sonore di Morricone. Il premio Oscar Giuseppe Tornatore ha presentato Fuori Concorso a Venezia 78 il documentario “Ennio”. «Credo che Ennio Morricone non abbia mai preso coscienza fino in fondo della sua grandezza. Era un uomo insieme semplicissimo e fuori dall’ordinario: scriveva ed amava profondamente la musica».
Un fiume di note, immagini immortali del cinema internazionale, di successi senza tempo, intervallate dalle testimonianze di grandi personaggi tra registi con il quale a lavorato a sui estimatori tra Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Nicola Piovani, Hans Zimmer e Pat Metheny.
Figlio di un trombista, il giovane Ennio prende la strada del severo padre per poi diventare uno dei musicista più amati al mondo, senza dubbio tra i più influenti, vincitore di due Premi Oscar di cui uno alla carriera e autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili. Un ritratto dettagliato, che segue una linea temporale farcito di immagini di repertorio e, soprattutto, di pellicole che ha musicato, per quasi tre ore che vorresti non finissero mai.
«Ho cercato una distribuzione informativa ed emotiva dei vari interventi per rispondere a uno schema musicale, o più chiaramente al brano musicale affrontato dal film: il concetto espresso da una persona richiedeva pochi secondi o distensione a seconda della musica. Il montaggio ha assunto una partitura musicale, una griglia di narrazione: è la logica che mi sono imposto. Mi sono trovato con tanti materiali e ho dovuto trasformarli in altra cosa, come Ennio faceva con le note», ha spiegato Tornatore in conferenza stampa.
Il loro incontro oltre trent’anni fa, quando il grande compositore accettò la proposta di lavorare insieme per “Nuovo Cinema Paradiso”. «Quando ho incrociato la sua testimonianza con le altre sono rimasto colpito dall’esatta convergenza, non è mai accaduto ci fosse una discrepanza o una smentita. Emerge l’uomo Ennio: nelle interviste con i giornalisti si irrigidiva, non era a proprio agio, viceversa, qui ha potuto respirare, e si sente molto la sua trasparenza, se stesso e i suoi pensieri».
Passando a rassegna i passi fondamentali il maestro si commuove di continuo. «Ennio non nascondeva le proprie emozioni: era trasparente in tutto, musica e sentimenti. Questa commozione spesso era legata alle profonde sofferenze del suo rapporto con la musica. La voleva assoluta, sciolta da ogni vincolo, viceversa dovette prestarsi a un uso della musica che riteneva fosse umiliazione della musica stessa: viveva questo conflitto, faceva musica per il cinema con la stessa serietà e profondità d’anima che per la musica assoluta, anche se sapeva che gli altri non lo capivano».
Il regista siciliano ha fatto in tempo a mostrare a Morricone solo la prima ora del montaggio grezzo, «poi purtroppo non c’è stato più tempo. Ci dicevamo tutto nel nostro rapporto, la nostra amicizia non castrava le critiche reciproche: non escludo avrebbe avuto qualcosa da ridire».
Dopo il festival di Venezia approderà in sala a novembre con con Lucky Red e poi su TimVision.