La sua storia potrebbe essere quella un romanzo best seller o la sceneggiatura di un film da Oscar. Tom Hardy oggi è una delle star in ascesa del panorama hollywoodiano, ma prima di giungere alla gloria ha vissuto una vita allo sbando. Basti pensare che a 11 anni sniffava colla, che a 13 prese il primo acido, mentre a 15 venne espulso da scuola per furto e a 16 diventava dipendente da crack e alcol. Fu arrestato per furto d’auto quando era ancora minorenne. «Avrei venduto mia madre per una dose di crack».
Nel 2003, quando di anni ne aveva 26, venne trovato riverso in una pozza di sangue e vomito, privo di coscienza, quasi morto. «Mi è servito di lezione. Nella morte, sono rinato. L’unica cosa che mi ha salvato in quel periodo buio è stata la recitazione. Ho cominciato perché volevo rendere mio padre orgoglioso». All’epoca aveva già recitato nella serie Hbo “Band of Brothers” e addirittura scelto da Ridley Scott per “Black Hawk Down”, per non parlare del ruolo da protagonista in “Star Trek – La nemesi”.
Intanto lottava con i problemi tra le mura domestiche. Nel 2004, la sua prima moglie Sarah Ward, a causa della sua dipendenza decide di divorziare da lui. La perdita gli farà cambiare marcia. Cominciò a disintossicarsi, iniziò a dedicarsi all’attività fisica, allenandosi con i Marines e praticando jujitsu e capoeira. Il 2010 è stato l’anno gli ha segnato, credo per sempre, la sua vita, sia professionale che personale. A bussare alla sua porta è Christopher Nolan che lo vuole in “Inception” per il ruolo del “Falsario”.
Poi una serie di successi: lo struggente “Warriors”, il travolgente “Cavaliere Oscuro – il ritorno”, l’adrenalinico “Mad Max: Fury Road” fino all’emozionante “Revenant”, al fianco del suo amico Leonardo DiCaprio, che gli vale anche la nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista. Il prossimo 31 agosto sarà nei cinema con “Dunkirk” diretto ancora una volta da Nolan.
Ad oggi Tom Hardy è una delle stelle più brillanti di Hollywood (è stato allievo di Anthony Hopkins), versatile, che ad ogni pellicola cambia totalmente ruolo, personaggi tutti però connotati da un animo violento, minaccioso. E si dedica tanto al prossimo. «Voglio aiutare le persone. Sono veramente grato per le cose che mi sono successe e cerco di aiutare i giovani che vogliono riprendere in mano la propria vita. Sono stato fortunato a non fare una brutta fine. Ma ora conosco la bestia che abita in me. È come se vivessi con un orangutan di due quintali che vuole uccidermi. È più potente di me, non parla la mia lingua e si muove nella parte più buia della mia anima. Recitare mi ha aiutato a rimanere sobrio e a diventare una persona migliore».
(articolo pubblicato sul magazine Pink Life)