L’Italia non riesce a cambiare. Oppure, non vuole cambiare? Oggigiorno tutti sostengono di volere un politico onesto alla guida del paese. Ma se arrivasse in città un sindaco che facesse rispettare tutte le regole, ma proprio tutte, saremmo davvero così contenti? Con “L’ora legale”, Ficarra e Picone toccano questo tema con grande ironia.
Novanta minuti scorrevoli, ritmati, che vedono protagonista il popolo di Pietrammare, un piccolo paesino siciliano. La città è allo sbando totale. Le macchine in doppia fila, l’immondizia sparsa per strada, ambulanti e parcheggiatori abusivi, le buche, e, su tutto, l’assenza di controlli che rendono le giornate dei cittadini una costante via Crucis da affrontare con l’unica arma a loro disposizione: la lamentela. Hanno l’occasione di poter reagire facendo pesare le proprie volontà alle imminenti elezioni.
I nostri due eroi Salvo e Valentino si schierano su fronti opposti: il furbo Salvo, manco a dirlo, offre i suoi servigi a Patanè, dato vincente in tutti i sondaggi. Mentre il candido Valentino scende in campo a fianco dell’outsider Natoli a cui è legato, come peraltro Salvo, da un vincolo di parentela in quanto cognato. Sarà il professore Natoli il nuovo primo cittadino, riesce nell’impresa di battere alle elezioni lo storico Patanè presentandosi con una lista civica ed un movimento giovanile capeggiato dalla figlia Betti. Una vittoria a furor di popolo, voluta da tutti. Una vittoria amara però per i cittadini di Pietrammare che ben presto dovranno fare i conti con qualcosa a loro indigesta: le regole. Permessi negati, multe, controlli sui lavoratori pubblici, obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti.
Si gioca con i luoghi comuni senza mai essere banali grazie ad un gran lavoro di scrittura. Per farlo i due comici si sono fatti affiancare nella sceneggiatura da Nicola Guaglianone, Fabrizio Testini ed Edoardo De Angelis (definito da loro «Un’artista eccezionale, dotato di una ironia meravigliosa»). Un film corale che conta ben 100 ruoli parlanti, nelle parti minori attori noti soprattutto al Sud o provenienti dal teatro amatoriale, tutti bravi.
Il migliore è Leo Gullotta, nella parte del sacerdote del paese, uno che guida la rivolta al sindaco tutto d’un pezzo. Di un altro pianeta, immenso («Abbiamo imparato tantissimo – rivelano Ficarra e Picone – da come concentrarsi a come costruire il personaggio, una grandissima professionalità»). Ottimo Tony Sperandeo, il politico vecchia maniera con il sorriso sempre stampato sul viso anche quando la guardia di finanza se lo porta via, rassicurante ed inquietante con quel suo “Riprendiamoci quello che è nostro” che ricorda Don Pietro Savastano di “Gomorra – La serie”. Rigido e poco espressivo Vincenzo Amato nel ruolo del sindaco Natoli. Bene Sergio Friscia, Antonio Catania e Francesco Benigno.
L’intesa di Ficarra e Picone, uniti da 23 anni di carriera, sembra più brillante del solito: sparano battute, botta e risposta con grande magnetismo. E nel compito di registi hanno curato tutto nei minimi dettagli.
Girato in 9 settimane, “L’ora legale” è un gioiellino di comicità, senza alzare i toni, ridendo con intelligenza. Una grande dimostrazione di forza del cinema nostrano. La pellicola uscirà in 650 copie con Medusa a partire da domani.