A vederlo sembra proprio il classico tarallo napoletano, ma solo quando lo si assapora si comprende che non è così. È il tarallo fritto l’ultima invenzione di “Passione di Sofì”, friggitoria dal motto “tradizione moderna” che ha sede in via Toledo 206 a Napoli. Ed è proprio a partire dal loro credo che nasce questa idea di prendere un classico della gastronomia napoletana e rielaborato regalandogli nuova vita e un nuovo sapore. Se il metodo di preparazione è un segreto, non vengono celati gli ingredienti: farina biologica poco raffinata, strutto, mandorle baresi, pepe nero di cayenna, sale integrale di Sicilia, acqua e lievito madre. Quindi si presenta con la consistenza di una ciambella e tutto il sapore e gli ingredienti di un tarallo napoletano.
LA TRADIZIONE MODERNA. “Passione di Sofì” vuol dire qualità delle materie prime e rispetto della tradizione, costante ricerca dei sapori e massima attenzione ai particolari. La cucina di Sofì rispecchia il suo amore per la genuinità e il valore dei prodotti, cucinati sempre in modo da preservare e valorizzare le loro caratteristiche. Una cucina nuova che non dimentica mai gli antichi insegnamenti che hanno reso grande nel mondo la gastronomia napoletana. Ed ecco il ciurillo (che campeggia sull’insegna), il calzone (salame e ricotta o scarole e olive), il filoncino, le verdure pastellate, i crostoncini di ricotta, le zeppoline, il crocchè (semplice, con prosciutto o con friarielli), gli scagliuozzi, gli arancini, le frittatine, le montanare, ma anche frittelle di baccalà, alici di Cetara, gamberi, calamari e polipetti, pizzette di cicinielli. Ricette originali, uniche e innovative che hanno, però, tutto il sapore della tradizione. Una tradizione moderna.
CHI È SOFÌ? Il locale prende ispirazione da Sofì, la popolana che rubò il cuore di Ferdinando I di Borbone, il Re “Lazzarone”, grazie alle sue irresistibili abilità culinarie. Al primo piano della friggitoria è stata ricostruita proprio la Casa di Sofì, un ambiente che potesse mantenere intatta quella veracità che è l’anima della cucina migliore al mondo, avvolgendo i clienti in un’atmosfera vivace tipica delle case napoletane, mentre nelle loro bocche si scioglie il gusto delle specialità avvolte nei cuoppi, cartocci di carta paglia, e cucinate ogni giorno dalle mani abili e sapienti di artigiani del fritto.
IL FRITTO, PASSIONE ANTICA CHE NON FA MALE. «La frittura da sempre viene consumata come un cibo di strada – così Angelo Terzo, patron di Passione di Sofì – già nel 2500 a.C. in Egitto era una pratica diffusa, così come nell’epoca romana. Anche a Napoli ha origini antiche, è un rito, uno stile di vita, perché fa parte della cultura partenopea che vive la città anche nelle sue strade, nei suoi vicoli, nei suoi luoghi. Ad oggi poi diversi scienziati dopo nuove ricerche, hanno scoperto che la frittura non sia dannosa come si racconta da anni ma addirittura sembra essere un ottimo modo per prevenire molte malattie come il cancro anzi. Ed inoltre è affermato che le verdure mantengono le loro proprietà nutritive di più se fritte nell’olio d’oliva rispetto a quando sono cotte in acqua. Il segreto è usare l’olio giusto, e non esagerare, come in tutte le cose».
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