«Il teatro più bello del mondo ce l’abbiamo noi napoletani». Diego Armando Maradona è emozionato all’idea di debuttare stasera al San Carlo nello spettacolo “Tre volte 10” scritto e diretto da Alessandro Siani. «Non l’avrei mai detto che un giorno sarei salito su quel palco e devo ringraziare Siani che ha creduto in me». Più che uno spettacolo sarà un racconto. «Nella notte ho ripensato a tante cose – così il Pibe de Oro in conferenza all’hotel Vesuvio alla presenza di Siani e del sindaco Luigi de Magistris – tante me sono tornate in mente e le racconterò a teatro».
Non si risparmierà l’ex capitano azzurro, si racconterà a cuore aperto, parlerà di quello che aveva dentro di sé. «I napoletani mi capiranno». Ha ricordato dinnanzi ad una miriade di telecamere, flash e microfoni il suo arrivo a Napoli. «L’anno prima ero al Barcellona e lì pensavo di poter pareggiare, vincere e anche perdere, ma quando sono arrivato a Napoli mi sono detto: qua no, qua devo vincere e basta». E poi un episodio chiave che gli fece scattare una molla. «Mi colpì molto una partita con la Cremonese. Era una squadra che si presentava allo stadio con appena 7 – 8 dirigenti, eravamo credo alla 3a o 4a giornata di campionato eppure c’era 80mila spettatori. E allora capii che questo pubblico meritava lo Scudetto».
Quel pubblico chiedeva alla squadra di imporsi contro la Juventus. «E li accontentammo facendone cinque, poi mi hanno chiesto di superare l’Inter e le abbiamo tolto uno scudetto. Senza parlare del Milan…». E anche quando il risultato era rotondo non erano sazi. «Succedeva una cosa strana in campo. Anche se stavamo sul 4-0, magari con 4 assist miei, ed eravamo all’85’ loro gridavano: “Vulimmo o gol e Maradona!”». E lo scudetto arrivò 30 anni fa.
«Napoli era una città che aveva della rassegnazione negli occhi, ma nell’84 Diego è riuscito a cambiare la genetica del popolo napoletano – così Alessandro Siani – Oggi se si spera ancora di vincere lo scudetto, è perché lui ci ha dato questa possibilità». L’attore e regista napoletano ha raggiunto l’argentino sabato sera in albergo. «Fuori all’Hotel Vesuvio, ho visto bambini con le lacrime agli occhi e ho detto a Diego che sono delle lacrime che non si asciugano, che restano nelle generazioni e se le passano da familiare a familiare, di generazione in generazione. Anche i bambini riconoscono la grandezza di quello che Diego è riuscito a fare sul campo».
E stasera lo show. «Venire al San Carlo non è solo entrare in un teatro prestigioso e straordinario ma la possibilità di abbracciare i napoletani, e quando si tratta di questo Diego non si tira mai indietro. Quando chiama Napoli, Diego risponde». Si spera che “Tre volte 10” sia solo il primo di una serie di appuntamenti che vedrà protagonista Diego Armando Maradona a Napoli. «Lo invitiamo a maggio per fare una grande festa – così il sindaco de Magistris – Il calcio è cultura. Siamo contenti di poter accogliere Diego. È stato un genio, un grandissimo calciatore che ci ha fatto sognare e ha fatto credere che Napoli, attraverso il pallone, potesse raggiungere un grande obiettivo. E oggi Napoli lo accoglie con passione e d amore. L’anima definitiva di riscatto di Napoli sarà la cultura, e nella cultura c’è anche lo sport».
(articolo pubblicato sul quotidiano Roma del 16 gennaio 2017)