Il protagonista di “Gatta Cenerentola” è Basile, un illuminato, un visionario. Caratteristiche che si riscontrano anche nel produttore di questo capolavoro d’animazione, Luciano Stella, che a Napoli ha creato una factory, un mondo, la Mad Entertainment che fa parlare di sé a suon di premi. Gli ultimi in ordine di tempo sono i due David di Donatello per i migliori effetti digitali e proprio per la produzione. Stella durante la cerimonia ha paragonato il film di animazione ad una lunga navigazione. «È come stare 3 anni su una barca a vela – ricevendo il premio assieme a Carolina Terzi – ci deve essere grande spirito di squadra e grandi talenti, altrimenti non si va da nessuna parte».
E tutto questo è stato possibile a Napoli…
«Da una parte dico che è molto difficile farlo a Napoli ma dall’altra credo che solo a Napoli lo si poteva fare con budget non enormi, ben lontani da quelli utilizzati in altre parti del mondo. La grande capacità di Napoli è essere città di talenti, dove si è capaci di tramutare i limiti in opportunità o i limiti di mezzi in un linguaggio artistico. Un sogno possibile. Laddove possibile non significa più facile, ma dove si accavallano positivamente la professione con la passione che da l’energia».
Per la prima volta ai David di Donatello un’opera di animazione viene considerata un film…
«Abbiamo assistito ad un passaggio epocale, è stato un percorso difficile imporre questa cultura in Italia. Al di là dell’immensa soddisfazione personale, credo sia un evento oggettivamente importante, spero che in Italia nascano altri produttori di film d’animazione».
Un domani potrà accadere anche ai suoi personaggi essere in nomination come attori?
«Spero di sì. C’è da risolvere un equivoco che non è chiaro, così come ne “L’Arte della felicità” non doppiamo il cartone ma la prima mossa produttiva è raccogliere le voci e le interpretazioni sul personaggio che viene descritto, l’attore recita nel vuoto. Quella voce, quella recitazione guida gli animatori per i movimenti del personaggio. E noi in “Gatta Cenerentola” abbiamo avuto grandi interpretazioni, come quella di Renato Carpentieri, che ha tra l’altro vinto come miglior attore per “La tenerezza”, ma anche Massimiliano Gallo, Maria Pia Calzone e tutti gli altri».
Il cinema può servire a rilanciare la città di Napoli?
«Questa città è una miscela di lati difficilissimi e straordinari. In questo momento sono entrambi presenti. I risultati straordinari dell’audiovisivo stanno facendo una narrazione napoletana molto forte che aiuta i due aspetti: il lavoro, una ricaduta sull’impiego, e sul turismo. È lo sarà sempre di più se continuiamo così. Non c’è dubbio che con l’aumento della mole delle produzioni campane assisteremo ad una ricaduta automatica».
La Mad è già a lavoro per un prossimo film?
«Stiamo partendo con il terzo lungometraggio di Mad per la regia di Rak coadiuvato dalla stessa squadra. Siamo in una fase di scrittura e pre produzione. Ci vorranno altri tre anni. Sarà un altro viaggio difficile ma bello».
Per chi avesse voglia di rivederlo o per chi non l’ha ancora fatto, il film diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, resterà ancora in programmazione al cinema Modernissimo di Napoli.