«Don Mà complimenti! Certamente da Mario Merola poteva uscire solo un artista. Sono certo Don Mà che Gigi raggiungerà un grande successo». Così Don Antonio Polese al cospetto del Re della sceneggiata in una scena del film “Cientanne” del 2006. Il Gigi in questione era D’Alessio ovviamente. Ed è proprio il cantante ieri pomeriggio a lasciare un messaggio di cordoglio sulla sua pagina Facebook: “Caro don Antonio, con te se ne va anche un pezzo della mia vita. L’unica cosa che mi conforta è che so per certo che rivedrai il tuo amico ed il mio secondo padre Mario Merola. Fai buon viaggio. Ti ho sempre voluto bene”.
Il rapporto tra Polese e lo show si è andato sempre di più a consolidare fino a giungere al culmine della notorietà con la trasmissione “Il Boss delle cerimonie” in onda su Real Time. “Ci hai fatto sorridere ed emozionare, piangere e cantare. Arrivederci, Boss”. Così sui social network l’emittente che gli dedicherà oggi dalle 14,30 una maratona con le migliori puntate della serie. Le prime quattro stagioni hanno registrato sempre ottimi ascolti, ed in questi giorni il team capitanato dal regista Raffaele Brunetti era già all’opera per registrare i primi episodi della quinta. «La nostra intenzione è quella di continuare a raccontare La Sonrisa – così Brunetti intervistato da Blogo – Noi abbiamo girato già alcune puntate della quinta stagione senza Don Antonio, la cui messa in onda era prevista per la Primavera 2017, documentando la sua degenza in ospedale, registrando anche delle cose molto belle fin dal suo primo ricovero a Castellammare, come le visite dei familiari. Il nostro è un docureality vero: raccontiamo quello che accade a Casa Polese, a prescindere da cosa sia. La nostra intenzione quindi è quella di continuare. Ovviamente – conclude il regista – vedremo anche con la famiglia: procederemo fintanto che loro saranno d’accordo. Per noi, e per il canale, è fondamentale fare tutto in accordo con la famiglia, nel rispetto delle loro decisioni e della loro volontà».
Il suo castello già nel 2012 era stato assoluto protagonista del film cult di Matteo Garrone, “Reality”. Ma la scoperta del potere attrattivo mediatico va attribuita alla tv generalista. Infatti, Raiuno fu la prima ad accorgersi del potenziale di Don Antonio Polese e della forza della tradizione napoletana racchiusa nel suo castello, tant’è che fu lo scenario del programma “Napoli prima e dopo” dedicato alla musica partenopea. La notorietà del Boss è stata così straripante da diventare oggetto dell’imitazione di un comico di Made in Sud su Raidue, Ciro Giustiniani, che ne ha creato un tormentone utilizzando i termini “A zuffun, a beverun, a migliara”. Lo stesso Giustiniani nel pomeriggio di ieri ha voluto a suo modo ricordare Polese su Facebook: “Il cielo questa sera al crepuscolo ha i colori della vostra camicia celeste e rosa. Con tanto dolore oggi vi saluto come vi ho sempre salutato col pollice alto, voi ridevate come a dire “ma che saluto è”. E poi ce pigliavamo na bella tazzulella e café”.
Una vera e propria icona che non poteva sfuggire all’attenzione dei Ferrigno che ben presto ne hanno realizzato un pastore per il presepe. Macellaio di nascita, Don Antonio ha sempre tenuto un occhio di riguardo per la cucina ed amava ripetere spesso che la cucina più buona al mondo è quella napoletana. Nel suo ristorante ha ospitato grandi nomi del cinema e della musica, da Lucio Dalla, a Sofia Loren. Uno dei clienti più affezionati era Al Bano Carrisi che, secondo quanto rivelato dal Boss, un giorno gli svelò: «Antò secondo me tra le nostre famiglie ci sono legami di parentela, io qui mi sento a casa mia».